Evasione dell'IVA nel settore del pellet


In data 7 maggio 2019 è stata diffusa la notizia di un’indagine della Finanza che ha portato alla scoperta di una frode fiscale multimilionaria nel settore della commercializzazione del pellet, che coinvolge decine di società e alcuni imprenditori del Nord Italia, e che ha già condotto a denunce, arresti e confische.

Parallelamente, l’AIEL (Associazione Italiana Energie Agroforestali) sta valutando con le istituzioni le strade da percorrere per contrastare il diffuso malcostume dell’evasione IVA, che da alcuni anni distrugge il mercato del pellet.

Alla luce di questi fatti ricordiamo ai nostri preg.mi Clienti di prestare la massima attenzione alle offerte di pellet a prezzi chiaramente più bassi rispetto a quelli di mercato, perché il rischio è quello di:

· Essere coinvolti in indagini della Finanza volte a debellare l’evasione IVA nel settore del pellet.

· Subire il sequestro di pellet già ordinato e acquistato da società riconosciute colpevoli di frode fiscale.

· Essere chiamati a versare l’IVA evasa dalle società coinvolte nella truffa allo Stato con l’accusa di incauto acquisto.

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Contrabbando di pellet: frode da 11 milioni di euro

Un imprenditore agli arresti domiciliari, altri undici indagati, 30 aziende coinvolte Dopo due anni di indagini la Guardia di Finanza sequestra beni per 3,5 milioni

 

Passava anche attraverso tre aziende con sede a Udine (due ditte individuali e una società a responsabilità limitata) tutte con lo stesso nome, Briapell, un commercio di pellet contraffatto – con marchio che ne certifica la qualità falsificato – scoperto dalla Guardia di finanza del capoluogo friulano. 

Gli investigatori, al termine dell’indagine “Perniciosa flagrantia” cominciata all’inizio del 2017, hanno scoperto una frode che, in pochi anni, aveva sottratto alle casse dell’Erario circa 11 milioni di euro. Un imprenditore di Ivrea, Mauro xxxx xxxxxx, 65 anni, è finito agli arresti domiciliari. Altri due imprenditori russi, entrambi trentottenni e da tempo residenti in città, sono finiti nei guai. Ognuno di loro gestiva una delle ditte individuali Briapell e poi avevano costituito una terza Briapell srl, tutte con sede in una laterale di via Planis. I due sono stati interdetti dall’esercizio d’impresa per un anno. Undici in tutto le persone indagate. Trenta le aziende coinvolte in tutta Italia. E beni per 3, 5 milioni posti sotto sequestro per ordine dell’Autorità giudiziaria. 

Fonte: Il Messaggero del 13-05-2019